Il report di una visita aziendale “coinvolgente ed entusiasmante”: la parola agli studenti della 5^S Servizi Commerciali.
Il 31 gennaio è stata per noi ragazzi delle classi 5^S e 5^C dei “Servizi Commerciali” dell’’IISS Archimede una mattinata diversa ed entusiasmante, un’occasione di apprendimento delocalizzato che ci ha offerto numerosi spunti di riflessione sul percorso di studi fin qui realizzato e su quello universitario o lavorativo che intraprenderemo tra qualche mese, dopo gli Esami di Maturità. Accompagnati dalle Prof.sse Carmen Scollo, Rosanna Cristofaro e Giuseppina Di Tommasi e insieme agli studenti della 1^C del nostro indirizzo di studi, ci siamo recati in visita presso la rinomata azienda di torrefazione Caffé Moak di Modica.
L’esperienza ha rappresentato per noi studenti molto più di una semplice visita aziendale; potremmo definirla come un tour culturale, un continuum con quanto fino ad oggi studiato, un riscontro di quanto finora appreso, un processo di esplorazione degli aspetti organizzativi, commerciali, gestionali e di marketing di una concreta realtà imprenditoriale del nostro territorio, un’esperienza per vivere in prima persona i processi produttivi e amministrativi che si nascondono dietro un prodotto che fa parte della quotidianità di tutti noi o quasi: una tazzina di caffè.
Negli anni scolastici precedenti abbiamo visitato solo piccole realtà imprenditoriali; stavolta, sin da subito ci hanno colpito le dimensioni e l’architettura dell’edificio, l’organizzazione degli spazi, la modernità e i colori accesi dei diversi ambienti, oltre alla gentilezza e alla disponibilità dei dipendenti: un biglietto da visita dall’impatto sicuramente non trascurabile sui noi visitatori.
Non abbiamo avvertito per niente il distacco tra il mondo della scuola e quello dell’impresa, dato che la visita è stata una vera e propria esperienza di immersione totale nella realtà produttivadell’azienda, realtà che abbiamo potuto interpretare grazie al bagaglio di conoscenze apprese in questi cinque anni di studi.
Siamo stati accolti in azienda dalla dott.ssa Valeria Lentini, titolare di“Culture invisibili”, una microimpresa la cui mission è la promozione della cultura imprenditoriale tra i giovani attraverso l’organizzazione di eventi e visite presso le imprese del territorio.
Dopo una breve presentazione della biografia d’impresa e delle politiche di marketing e comunicazione che ruotano attorno al marchio Moak, la dott.ssa Lentini ci ha accompagnati nell’area produzione, dove ci ha illustrato le diverse fasi del processo produttivo: è stato molto interessante poter seguire il tragitto che i chicchi di caffè, provenienti dai diversi paesi della fascia equatoriale, percorrono tra i diversi impianti di pulitura, asciugatura, torrefazione e di confezionamento, fino ad arrivare al prodotto finale, macinato o in grani, in cialde o in capsule, pronto per essere spedito in ogni parte del mondo. Le dimensioni dei macchinari e i processi automatizzati hanno catturato la nostra attenzione e stimolato la nostra curiosità.
Il caffè ci è stato presentato non come una semplice bevanda ma come un concept più complesso: il caffè è un pretesto, un’occasione per incontrarsi, per stare con gli altri, per far pace, per conoscersi e per tanto altro ancora; per noi studiosi dell’economia aziendale è essenzialmente un prodotto a partire dal quale analizzare l’organizzazione dei processi industriali e le performance commerciali dell’impresa che lo ha partorito.
Durante la visita, inaspettatamente, abbiamo potuto incontrare colui da cui tutto è iniziato, il fondatore della Moak, il sign. Giovanni Spatola, mentre insieme al figlio Alessandro, amministratore delegato dell’azienda, erano in visita agli impianti produttivi. Un incontro fortuito e fulmineo, durato il tempo di una foto, che ci ha molto emozionato e di cui abbiamo approfittato per esprimere la nostra ammirazione per il cammino fatto dalla Moak fino ad oggi: una strada, costellata di successi, che ha condotto la piccola impresa di torrefazione nata nel 1867, grazie all’audacia del titolare, a divenire una delle imprese più note nel settore, non solo in Italia ma anche all’estero.
Prima di andar via, siamo stati accompagnati presso l’agenzia di Marketing dell’impresa; qui abbiamo potuto intervistare l’Art Director, il dott. Marco Lentini, il quale ha condiviso con noi ragazzi il percorso formativo che da giovane diplomato lo ha condotto ad essere oggi il Responsabile della brand identity dell’azienda e dell’attività di comunicazione dell’immagine aziendale. La sua esperienza ha acceso gli animi di tanti tra noi: non dimenticheremo sicuramente la sua testimonianza e il suo invito a credere nei nostri sogni e nella possibilità di realizzarli, il suo consiglio di scoprire le nostre soft skills per investire su di esse e trasformarle in un potenziale in cui credono anche gli altri e in un lasciapassare per il nostro futuro lavorativo.
Alla fine della visita siamo tornati a casa stanchi ma entusiasti e consapevoli dell’importanza delle esperienze in azienda nel nostro percorso formativo, in quanto consentono un progressivo miglioramento delle nostre competenze e ci forniscono gli strumenti per affrontare sfide ambiziose anche in vista delle scelte che a breve dovremo fare con riguardo all’università da frequentare o alla professione lavorativa da intraprendere.
Siamo grati alla prof.ssa Scollo, la nostra docente di tecniche professionali, per aver organizzato questa visita e averci permesso di testare con mano che, oltre che sui manuali, in Tv o sugli articoli di giornale, le imprese di successo esistono anche non lontano da casa nostra. E questo accende senza dubbio una speranza in chi come noi, dopo aver concluso gli studi, si affaccerà al mondo del lavoro per la ricerca di un’opportunità di una carriera professionale che sia coerente con il percorso di studi intrapreso e che ripaghi i sacrifici e i desideri nascosti nei nostri cuori, senza dover necessariamente andare al nord o all’estero. Questa visita aziendale ci ha aperto gli occhi e ci ha fatto capire che anche nella nostra “povera terra” esistono delle potenzialità di sviluppo che attendono soltanto che qualcuno le sappia sfruttare. Chi lo sa…forse, magari, un giorno lo faranno alcuni di noi e così potranno raccontare, come il sign. Spadola o il dott. Lentini, “avevo una passione, un sogno. Ci ho creduto e l’ho realizzato e oggi ne vado fiero, soprattutto perché non ho rinunciato alla mia terra, alle mie radici.”
Gli studenti e le studentesse della 5^S Servizi Commerciali