
Il 9 novembre 1989, azione simbolo della fine della Guerra fredda e della riunificazione tedesca, è la data in cui la dittatura della Germania est aprì le frontiere all’Occidente, divenendo il passaggio storico in cui viene riconquistata la libertà di un popolo e riaffermata la vittoria della democrazia dell’Europa.
La città di Berlino ricorda i 35 anni della caduta del Muro che con una lunghezza di 155 chilometri di cemento armato ha costituito una frontiera fortificata di separazione tra Berlino est da Berlino ovest, imprigionando più di un milione di persone per ben 28 anni.
La data rimane indelebile nella storia dell’umanità, riconducibile a un delitto contro la libertà umana, personale e morale.

I giornali dell’epoca scrivono “Berlino è di nuovo Berlino” la tristezza del lungo periodo di barriera militarizzata, confine tra Germania est e Germania ovest, cede il posto a un giorno di festa che inaugura il primo passo di apertura ad un processo di affermazione dell’Europa unita, un vero ponte geografico di unione che apre all’abbraccio politico, proiettato a forgiare una vera e propria coscienza europea.
La riaffermazione della libertà geo-politica dell’individuo soffocata dal regime, violata nella vita personale, rivendicata dal popolo all’unisono, rinnova la facoltà di muoversi, di operare, di scegliere di volere e ancor più permette il diritto di pensare e manifestare l’apertura a sentimenti di solidarietà sociale.
Azione, parola e pensiero sono la garanzia dell’indipendenza dell’attività individuale scevra da costrizioni esterne ed egemonie soffocanti repressive.

Il monito da trasmettere ai giovani discenti in qualità di educatore è essere un esempio nelle azioni e nelle parole. Indurre alla riflessione che ogni atto o comportamento, parola o aggressione recano danno ad altri nella persona, ledendo i diritti di terzi soggetti, che minacciano e distruggono l’uomo in quanto singolo individuo e appartenente ad una comunità.
Usurpare la libertà è una violenza che non può essere ignorata!
L’essere libero da vincoli, freni e impedimenti in una società giusta e democratica, basata su un ordinamento giuridico riconosciuto dal popolo, costituiscono le condizioni per una pacifica convivenza fra gli uomini.
Prof.ssa Maria Di Noto