In dieci anni il Data Journalism è passato da attività di nicchia a essere una componente fondamentale del lavoro delle redazioni di tutto il mondo.
Con la crescita imponente della quantità di dati, pubblici e privati, presenti sul web, diventa necessario acquisire la capacità di “leggere”, interpretare, tradurre e rendere fruibili i dati per il grande pubblico. E’ così nasce e si afferma una delle più promettenti e affascinanti specializzazioni del giornalismo moderno.
Il Data Journalism si sviluppa a partire dal connubio perfetto tra una rivoluzione digitale di natura epocale e un’esigenza sempre più incalzante. La prima consiste nella pubblicazione massiva del bagaglio informativo pubblico/privato costituito dai miliardi di dati che sottendono qualsivoglia fenomeno sociale, economico, culturale e che, grazie ad internet, diviene accessibile, immediatamente fruibile e di pubblico dominio; la seconda riguarda la capacità di valorizzare tale bagaglio informativo, facendo ordine nell’universo caotico dei big data, focalizzando l’attenzione su un tema specifico e costruendo attorno ad essi una storia, con parole semplici e uno stile comunicativo appropriato.
Lo scopo del Data Journalism è, dunque, fare in modo che le informazioni raccolte relative ai cambiamenti sociali o culturali, vengano presentate e rese chiare al pubblico tramite il Data journalist, ovvero il “giornalista di precisione”, che si occupa di raccogliere, analizzare, riassumere e presentare i dati in report, statistiche e interviste da lui condotte.
Il lavoro del Data journalist, analizzare i dati, selezionare gli strumenti, rappresentarli efficacemente e tradurli in parole, necessita però competenze molto variegate che vanno dalla comunicazione alla statistica. Un data journalist competente, deve imparare ad attingere dalle fonti anche per raccontare storie. Da qui, l’importanza di apprendere le tecniche dello storytelling, laddove la narrazione si trasforma in veicolo di informazione giornalistica. Storytelling, interattività, connettività, big data e open data sono le parole chiave di questo cambiamento epocale necessario. I “nuovi” giornalisti dovranno, dunque, essere preparati a confrontarsi con la moltiplicazione di fonti, canali e attori coinvolti in tali processi comunicativi per rispondere efficacemente alle sfide del mercato editoriale.