Con l’avvento di Internet, si sono affermati i social media, strumenti che hanno rivoluzionato la nostra società, ma potenzialmente dannosi se usati in maniera impropria. Un altro rischio che si corre sul web? Navigare nella parte oscura della Rete.
Sono innumerevoli i vantaggi che, nello specifico, i social network offrono, come, nello specifico, la possibilità di chattare con qualcuno fisicamente distante da noi. Se a prima vista può essere un pregio banale, in realtà non lo è. L’interazione a distanza ha favorito le relazioni umani ma anche la trasformazione del lavoro e dei rapporti col cliente in tutto il mondo. Un altro punto di forza è l’accessibilità alle informazioni: grazie ai motori di ricerca (Google è un tipico esempio), il sapere è a portata di click. Un bel salto in avanti se si pensa che, fino al secolo scorso, bisognava passare intere giornate sui libri per ottenere, se andava bene, lo stesso risultato. Tuttavia i social, o più in generale Internet, si sono rivelati delle minacce se usate nel modo sbagliato: basti pensare a fenomeni del web, come il Deep e il Dark Web, dove oltre ai traffici illegali le persone rischiano truffe e seri danni ai propri dispositivi e alla privacy.
Il Deep Web è considerata la parte oscura della rete, ovvero rappresenta tutte le pagine del web che non possono essere identificate dai motori di ricerca. Siti di questo tipo potrebbero essere protetti da password o altre misure di sicurezza, altri ancora potrebbero dire ai motori di ricerca di non inserirli nel “crawling”, il quale si basa su una lista di URL (indirizzo di un sito web con un indirizzo utilizzabile dal browser) da visitare, fornita dal motore di ricerca. Entrare nel Deep Web non è illegale, lo è l’uso che se ne fa se si naviga su siti che veicolano contenuti illegali o per l’acquisto di materiale non autorizzato in commercio. E qui si passa al Dark Web, ovvero l’insieme dei siti accessibili solo attraverso un browser dedicato. Questa piccola parte del Deep web è spesso collegata a intenti criminali o a siti di “scambio” dove è possibile imbattersi in ogni genere di contenuto: dal traffico di droga e di armi alla vendita di documenti falsi, ma anche alla compravendita di organi e di materiale pedo-pornografico. Si capisce immediatamente che l’anonimato garantito da software come TOR rende quasi impossibile rintracciare chi ha cattive intenzioni o potrebbe commettere un reato. In più, ogni pagamento viene effettuato attraverso i bitcoin: una moneta virtuale che consente transazioni completamente anonime e non tracciabili. Nel Dark Web è possibile trovare materiale “normale”, ma gli utenti inesperti che si trovano a navigare in certi siti, diventano potenziali vittime di phishing (crimine che inganna le vittime inducendole a condividere informazioni personali), truffe e attacchi informatici.
Il browser TOR (The Onion Routing) permette agli utenti l’accesso ai siti web che presentano “.onion” come operatore di registro. Questo browser è un servizio sviluppato verso la fine degli anni Novanta dai laboratori di ricerca navale degli Stati Uniti. La sua versione embrionale fu impiegata per nascondere le comunicazioni alle spie poiché Internet non offriva privacy. Tor, che è scaricabile gratuitamente, può essere definito come un browser web al pari di Google Chrome o Firefox, ma a differenza di questi browser, Tor usa un percorso casuale di server cifrati. Ciò permette ai vari utenti di collegarsi al Deep Web senza timore che le loro azioni vengano registrate. Tuttavia, anche alcuni siti del Deep Web utilizzano Tor (o software simili come I2P “Invisible Internet Project”) per restare anonimi: l’utente, quindi, non potrà mai scoprire da chi vengono eseguiti o dove vengono ospitati.
In passato, il Dark Web costituiva la specialità degli hacker, degli agenti delle forze dell’ordine e dei cybercriminali. Tuttavia, con l’avvento delle nuove tecnologie, oggi è data a tutti la possibilità di navigare anche nella parte oscura della rete. Accedere al Dark Web non è illegale, anzi, alcuni dei suoi utilizzi sono perfettamente legali e si appoggiano ai valori di una rete “buia”. I vantaggi che offre, però, vengono sfruttati anche da chi sceglie di agire al di fuori della legge, con metodi esplicitamente illegali. Lo stesso vale per l’uso di TOR e di altri browser anonimi, usati anche per navigare su Internet pubblicamente e sul Deep Web in modalità privata. Ad ogni modo, accedere al Dark Web può rivelarsi un “luogo” molto pericoloso dove si celano varie minacce. Le più comuni sono: truffe, malware (software dannosi molto attivi e spesso offerti in determinati portali per fornire ai cybercriminali gli strumenti per i loro attacchi; usati anche per infettare i dispositivi degli utenti ignari di ciò), monitoraggio governativo.
Alla luce di ciò è bene ricordare che qualsiasi utente del Web, se intende navigare nella parte oscura della Rete, deve prendere precauzioni per mantenere private la propria vita e le proprie informazioni, evitando che i propri dati personali vengano abusati o venduti online. Le protezioni anti malware e antivirus sono essenziali per impedire i furti d’identità, in quanto i cybercriminali possono sfruttare vari strumenti come keylogger (software o hardware) per raccogliere informazioni, per poi infiltrarsi nel sistema. I programmi di sicurezza, come Kaspersky Security Cloud, sono molto completi e coprono sia il monitoraggio dell’identità che le difese antivirus. Dunque, si deve stare sempre attenti quando si naviga su Internet e soprattutto essere vigili e responsabili quando si cede un dispositivo ai minori affinché giovani o bambini non inciampino in qualcosa che non dovrebbero vedere, in spazi che non andrebbero visitati.
Giovanni Floriddia