Dal 1988 ricorre ogni anno il 1° dicembre la Giornata mondiale contro l’Aids. Assicurare a tutti l’accesso a test per l’HIV e alle terapie antiretrovirali è il solo modo per porre fine all’epidemia. Un’epidemia che, in tempi di Covid19, molti hanno dimenticato ma su cui riflette, in versi sciolti, la prof.ssa Maria Di Noto.
La paura e la disperazione del malato di AIDS ai tempi della pandemia da COVID
Ricordate da piccoli, un mondo illuminato di sole e giovialità.
Immaginate da ammalati, un mondo di oscurità e atrocità.
Il Covid è arrivato e appare che l’AIDS sia stato dimenticato.
Invece la sindrome serpeggia perennemente, latente e incontrollata.
L’atrocità del Covid non scaccia la sofferenza dell’AIDS letale.
La progressione dell’infezione varia da persona a persona e purtroppo, se non controllata e diagnosticata, può causar la riduzione delle difese immunitarie irreversibilmente.
Appare difficile individuare la sintomatologia della malattia ma il sospetto della trasmissione si evince dalla molteplicità delle manifestazioni che degenerano in un incontrastabile pericolo per la vita dell’organismo.
Esiste cura e salvezza soltanto nella prevenzione che mira ad evitare ogni comportamento incauto e lesivo per colui e colei che potrebbe viver a lato.
Incertezza e superficialità nei contatti, arreca trasmissibilità incontrollata.
Esitazione e disinformazione, degenera nell’infausta infezione da HIV.
La lotta dell’emersione del sommerso non deve esser rara e vanificata ma cercata e voluta anche in tempo di ondata pandemica da Covid-19.
L’unico strumento per evitare il vortice dell’abisso dal virus è aver la consapevolezza che test e terapie siano la chiave per la prevenzione.
Senso di disperazione e oppressione, prova il cuore umano a veder contagiati bambini vulnerabili in luoghi a noi sconosciuti, in cui il triste disagio rappresenta, oltre che una barriera, una grave povertà d’intelletto per l’impotenza d’azione ai servizi sanitari ordinari e d’emergenza.
Ogni battito di cuore senza malattia, allontana paura e malinconia.
L’assenza del battito di cuore a causa dell’epidemia, amplifica lo sgomento di una società civile indignata nell’epoca del progresso scientifico e della tecnologia.
01.12.2021
Maria Di Noto