Con le parole della Segre la memoria dimora a scuola

Una data particolarmente importante, un appuntamento fisso con la Storia: è il 27 gennaio, giorno in cui si celebra la Giornata della Memoria.

Anche il Liceo dell’Istituto Superiore “Archimede” di Rosolini ha scelto di ricordare e ha fatto della ricorrenza l’argomento al centro dell’Assemblea degli studenti, radunatisi per l’occasione lunedì 27 gennaio nella palestra del liceo.

L’incontro si è aperto con la proiezione del video- testimonianza di Liliana Segre, superstite  dell’Olocausto e attiva testimone della Shoah italiana. Nel campo di concentramento di Auschwitz la senatrice a vita è entrata all’età di 13 anni assieme alla sua famiglia, da cui ne è uscita sola il 27 gennaio del 1945.

La Segre, nel suo intervento, racconta di essere stata un numero in quel campo, il 75190, e di come conoscere il proprio numero potesse talvolta salvare la vita. Confessa di essersi affidata a una piccola stella per non perdere la speranza; di non essersi voltata a vedere la compagna di lavoro prima che morisse; parla del suo sogno di vendicarsi di quegli uomini che facevano solo del male, ma conclude spiegando di aver scelto la vita, abbandonando l’istinto, “perché chi sceglie la vita non riesce a uccidere“. La Segre continua dicendo di “essere diversa“, non solo per aver vissuto sulla propria pelle cose inverosimili, ma anche perché è riuscita a uscire da quel campo con la voglia di vivere e sui suoi piedi, provata dalla fame e dalla disperazione, ma con la forza dell’impossibile. Una forza di vivere a tutti i costi con cui decide di buttarsi nello studio, sebbene la paura di non riuscire mai più a essere una ragazza normale. Solo all’età di 18 anni si sente per la prima volta normale, grazie a un uomo, che sarebbe poi diventato suo marito.

Momento clou dell’assemblea gli interventi di due docenti, Grillo e Vaccaro. Il prof. Salvatore Grillo ha parlato del contesto storico di quel tempo e delle cause all’origine della Shoah, concludendo con l’esortazione a “usare sempre la ragione. Perché chi usa la ragione non sbaglia, sebbene sia facile cadere nel torto.” Dal passato al presente con le parole del prof. Corrado Vaccaro che ha parlato del pericoloso sentimento di odio che serpeggia ai giorni nostri. “Qui abita un ebreo” si vede questa scritta in alcune case, tra cui Mondovì e Noto. Quelle parole – ha spiegato il docente- significano che noi non accettiamo l’altro, che noi siamo superiori, che l’altro è diverso e non è uguale a noi. Sembra strano, ma ancora nel 2020 non si è imparato nulla dalla Storia.” 

Una lezione sulla vita e sugli errori che non bisognerebbe mai più commettere: ciò potrà accadere solo attraverso la memoria, la consapevolezza e una presa di coscienza forte di ciò che è stato. Emozionante e pieno di slancio il messaggio con cui chiude il suo racconto la senatrice Segre“Sono stata fortunata ad essere vittima e non carnefice. Ho creduto alla Vita e non sono impazzita. Ho scelto la Vita.” Tutti oggi dovrebbero scegliere la Vita con i fatti, quelli veri, che diano corpo e seguito alle parole.

Rita Elisabeth Rubino