La Città Che Verrà Dopo Il CoVid-19

Quello che tutti si augurano, ovvero che la città che verrà sia una società diversa, una realtà differente, un nuovo inizio e un motivo in più per vivere meglio. 

Se qualcuno, qualche mese fa, ci avesse detto che ci saremmo ritrovati a casa, lontani dalle persone a noi care e privati delle nostre occupazioni, forse gli avremmo riso in faccia. Ma ad oggi non c’è niente da ridere. Tutti ci siamo ritrovati in questa strana e insolita situazione a combattere contro un nemico invisibile: isolati dal mondo esterno ma costantemente aggiornati sulla situazione del virus in Italia.

Opera d’arte realizzata dall’artista Marco Bombaci in occasione della Street Art di Rosolini

Ovviamente Marco Bombaci, l’artista di quest’opera realizzata lo scorso settembre in occasione della Street Art Rosolini, non sapeva ciò che sarebbe successo ma, in poche parole, ha tradotto ciò che tutti oggi ci chiediamo e ci auguriamo si realizzi domani: la città che verrà.

La città che verrà sarà di certo una società diversa, una realtà differente, un nuovo inizio e un motivo in più per vivere meglio. Questa quarantena era forse necessaria per farci capire che stavamo trascurando tantissime cose, come il valore di una cena in famiglia, dello stare in casa, l’importanza di un abbraccio? Forse la quarantena ci sta insegnando che dobbiamo imparare a vivere il momento ed evitare di rimandare sempre ciò che diamo per scontato e quindi non prioritario?

Il colpo è stato accusato indistintamente da tutti: dai più piccoli, privi di andare al parco giochi ed incontrare i compagnetti, ai più grandi, che devono tutelare la propria e l’altrui salute. Ma alle vittime di questa quarantena appartengono anche e soprattutto i maturandi, costretti a trascorrere i loro ultimi mesi delle Superiori ognuno nella propria casa, senza la possibilità (forse) di stare insieme un’ultima volta, prima della maturità.

E se i maturandi sono vittime di un tempo che non tornerà più, i docenti si ritrovano a gestire una situazione del tutto nuova. Non sono le valutazioni a preoccuparli, bensì la necessità di ritrovarsi a spiegare davanti uno schermo, privati del contatto con gli alunni.

Una cosa è certa, il CoVid-19 ha causato morte ma anche una morìa di abbracci e di momenti persi che non torneranno più. Al contempo, però, ci ha già impartito una lezione di vita importante. Adesso, e mai come prima, abbiamo compreso che è tempo di vivere pienamente, di non dare per scontata la nostra esistenza, di non rinunciare ai sogni o di rimandare azioni al giorno dopo. Perché del domani, la storia insegna, non v’è certezza.

Mariachiara Pirosa
Rita Elisabeth Rubino