“Carnevale” arriva lento, senza prendere il sopravvento.
Si ripete ogni anno, per rivivere lo spirito colorato di travestimento, scherzo, gioco e ballo spensierato.
La festa giocosa e l’allegria esilarante vuol tramettere a ogni istante, a vecchi e bimbi fragili.
Ma… camminando cautamente per le strade della vita, osserva e scruta le movenze dello stanco viandante.
Cerca gli occhi della gente frettolosa, senza riuscire a incrociar corrispondenza briosa.
Chiede e bussa a ogni porta per scoprire la verità della storia interrotta.
Sordi, muti e ciechi fuggono senza soffermarsi a spiegare la perdita della vecchia baldoria pura.
Arriva davanti a un piccolo paesino e finalmente incontra un uomo in piena libertà vestitodi mascheracolorataa cui domandadella perduta atavica lieta felicità.
Finalmente è giunta l’ora per svelare il triste arcano.
Ogni anno aumenta, ampiamente, tradimento, conflitto, orrore e inganno.
Le risate di Carnevale si sentono sempre di più allontanare
L’arma usata per assalire è destinata soltanto a ferire.
La guerra, la violenza e la brutalità dell’invasione verso il fratello genera, soltanto, morte e distruzione.
“Carnevale” riflette stanco che necessita una immediata risoluzione contro ogni forma di devastazione. Amore, rispetto, dialogo, tolleranza e democrazia sono vere speranze per conquistare giustizia, pace e libertà.
Nel divenire degli anni, Carnevale riflette: la vera speranza non può e non deve perire, ma occorre EDUCARE alla crescita dell’umanità basandosi su fratellanza, unione e cooperazione.
Maria Di Noto